Yearly Archives: 2015

Thank you Australia. See you soon Xtractor

Missione compiuta. L’incredibile viaggio di 8500 km attraverso l’Australia é stato portato a termine. Un saluto speciale a questa terra e alla sua fantastica gente. Una menzione d’onore ai nostri innarrestabili McCormick ed a tutto il team Xtractor. Continuate a seguirci su Facebook aspettando il prossimo capitolo di Xtractor Around the World.

Giorno 40: Ayers Rock/Uluru – Alice Springs

Se ufficialmente l’impresa di Xtractor si è conclusa ai piedi del monolite sacro di Uluru, in realtà dobbiamo riportare i nostri trattori (e noi stessi) ad Alice Springs. Decidiamo di concludere l’opera in bellezza, optando per una pista sterrata apparentemente piu’ breve rispetto alla comoda ma noiosissima autostrada. In corso d’opera, per così dire, scopriamo di aver fatto una scelta un po’ azzardata che se non altro dimostra (mai ce ne fosse stato bisogno) che i nostri fidi trattori non si fermano davanti a niente. Ad Alice Springs arriviamo nel cuore della notte, dopo qualcosa come diciassette ore di guida. Così, veramente alla grande, si chiude il primo capitolo di Xtractor. L’appuntamento è alla prossima avventura!

Giorno 39: Erldunda – Ayers Rock/Uluru

Oggi sveglia alle 6, come ogni giorno, e come sempre finchè non si alza il sole l’aria è decisamente fresca. La temperatura a bordo dei nostri mezzi invece è rovente. E’ l’ultimo giorno della nostra avventura, almeno ufficialmente. Ci siamo dati come traguardo il monolite rosso che è un po’ l’emblema dell’Australia,  Ayers Rock o Uluru, com’è chiamato nella lingua locale degli aborigeni della zona. Partiamo appena fatta colazione: per noi coprire i 250 chilometri della tappa significa viaggiare per quasi sette ore e non vogliamo rischiare di perdere il tramonto! Il profilo inconfondibile della montagna sacra compare all’improvviso a qualche decina di chilometri dalla meta, seminascosto da una catena di dune rosse, ancora lontano, mentre la luce del pomeriggio comincia a farsi dorata. Arriviamo ai piedi del monte appena in tempo per vederlo fiammeggiare in un complesso gioco di luci e ombre mentre il sole scende lentamente e nel cielo perfettamente terso si alza uno spicchio di luna. Missione compiuta!

Giorno 38: Alice Springs – Erldunda

Penultima tappa oggi per gli uomini di Xtractor ed è ancora una volta deserto. Il paesaggio però è diverso, decisamente meno desolato rispetto alle lande bruciate dei giorni scorsi. Gli alberi anneriti lasciano il posto a cespugli bassi, verde intenso contro il rosso acceso delle dune di sabbia. Giorno dopo giorno le temperature sono salite fino a toccare i 37 gradi, per fortuna secchi e sempre ventilati. Forse l’ambiente ci sembra meno ostile semplicemente perchè la civiltà è più a portata di mano, a partire dalla splendida autostrada che punta dritta come un fuso verso sud. Questa volta abbiamo scelto la via più diretta verso la meta, quella meraviglia della natura che è Ayers Rock, e dato che ogni anno passano da qui decine di migliaia di turisti lungo i duecento chilometri della tappa di oggi ci sono ben tre punti di sosta. Un vero lusso!

Giorno 36: Tobermorey – Alice Springs

Nelle intenzioni avremmo dovuto fare tappa a un’altra fattoria altrettanto persa in mezzo al niente di Tobermoray, tappa obbligata per mancanza d’altro nel raggio di centinaia di chilometri. Abbiamo imboccato la statale 12, rigorosamente sterrata, nota anche come Plenty Highway che letteralmente significa dell’Abbondanza anche se in effetti l’unica cosa che non manca è il niente. O forse il nome si riferisce alla quantità davvero industriale di polvere e mosche. Fatto sta che quando arriviamo al ranch di Jervois, verso le 14, nessuno riesce a immaginare di passare una giornata sotto il sole cocente, ricoperti di mosche, a guardare il vento sollevare mulinelli di polvere tra i cespugli inariditi fino all’ora di infilarsi nel sacco a pelo. In dieci minuti si decide di fare il pieno ai mezzi e ripartire subito, non importa se Alice Springs dista oltre 340 chilometri e ne abbiamo già percorsi 228 da questa mattina. Saltiamo il pranzo, saltiamo anche la cena. Qualsiasi cosa pur di evadere da questo niente!  Viaggiamo fino a un tramonto di bellezzza rara, sobbalzando sullo sterrato sconnesso, poi con il buio ritroviamo l’asfalto e verso mezzanotte entriamo ad Alice Springs. Che sollievo! 570 chilometri, 15 ore di guida: ne valeva la pena.

Giorno 35: Mount Isa – Tobermorey

Ricomincia il viaggio nel niente, questa volta lungo una stradina stretta ma asfaltata che dopo qualche decina di chilometri ci riporta allo sterrato. A parte questo, lo scenario non cambia: deserto. Poi, all’improvviso, si materializza un cantiere stradale con tanto di segnaletica e grader al lavoro. La pista per un tratto si fa liscia, poi tutto ripiomba nella desolazione. Si torna al nulla. Dopo un centinaio di chilometri ecco apparire un minuscolo centro abitato, un’oasi di vita stretta intorno a un bizzarro baretto che sembra uscito da un film. Veranda scolorita, vecchie selle buttate lì, qualche avventore insonnolito dai tratti aborigeni. Ci fermiamo a bere una bibita fresca e poi ci ributtiamo nel niente. Mosche, vento caldo, silenzio, Sembra di essere soli al mondo e invece dopo un altro centinaio di chilometri ecco una fattoria. Di fronte a casa sono parcheggiati fianco a fianco un paio di mucche e un piccolo elicottero (ce l’hanno tutti, per le emergenze). C’è una pompa di benzina, un prato inaspettatamente verde dove campeggiare, un paio di container con toilettes e docce. Lusso sfrenato da queste parti. Apriamo le tende sotto un cielo scintillante di stelle.

Giorno 34: Julia Creek – Mount Isa

Una giornata di viaggio attraverso la solita desolata monotonia della piana arida ci proietta dal piccolo centro rurale di Julia Creek (due strade, un pub, non un’anima in giro alle sette di sera) a Mount Isa, uno dei principali poli industriali del paese. In oltre 250 chilometri attraversiamo un solo centro abitato, poi il traffico aumenta e soprattutto si moltiplicano camion e trasporti eccezionali di macchinari da miniera. Nata appena novant’anni fa intorno a una compagnia mineraria, Isa è al centro di una regione che produce rame, piombo, argento e zinco, oltre a carni bovine di altissima qualità. A noi francamente non sembra questo granchè, ma è molto probabile che domani la rimpiangeremo. Torneremo a viaggiare per strade sterrate dove gli insediamenti umani si contano sulle dita di una mano, ottocento chilometri in mezzo al niente con un obiettivo ben preciso: Alice Springs. Il traguardo si avvicina.

Giorno 33: Hughenden – Julia Creek

Imbocchiamo la Flinders Highway, la strada che seguiremo per centinaia di chilometri, un nastro d’asfalto che dalla costa punta a ovest, dritto come un fuso verso il cuore rosso del continente. Il paesaggio riesce ad essere ancora più desolato rispetto a ieri: escono di scena gli alberi, lasciandosi dietro un oceano di erba ingiallita. Il traffico oggi è un po’ più sostenuto, una cinquantina di auto in tutto il giorno. Il grande evento della giornata è il passaggio di ben due treni. Fa caldo, tira un vento secco che fa rotolare cespugli secchi come nei film western di un tempo. Ma quando ci lamentiamo della temperatura con la gente del posto ci guardano divertiti – caldo questo? Provate a ripassare in estate…

Giorno 32: Lyndhurst – Hughenden

Se ieri ci è sembrato di viaggiare in mezzo al nulla, oggi va anche peggio (o meglio, a seconda dei punti di vista). La strada parte bene, ma a qualche chilometro dalla roadhouse dove abbiamo dormito l’asfalto finisce e comincia una lunga pista sterrata, perfettamente dritta, fiancheggiata dal solito paesaggio vagamente spettrale fatto di alberi rinsecchiti dalla corteccia annerita da qualche vecchio incendio. Per tutti i 263 chilometri della tappa di oggi la strada alterna tratti asfaltati e sterrato di terra a volte bianca, a volte rossa, ma non incontra nessun paese. Incrociamo in tutto una dozzina di veicoli, tra cui un camion sterminato. Per il resto solo mucche magre, termitai e parecchi canguri che attraversano la strada saltellando. Vento secco, polvere e silenzio.

Giorno 31: Mount Garnet – Lyndhurst

La prima sorpresa di oggi e’ il freddo: alle 6, quando suona la sveglia, l’aria e’ decisamente fresca, ma nel giro di un paio d’ore tutto torna normale e ora di mezzogiorno ci sono i soliti 28 gradi, forse anche qualcosa di piu’. Percorriamo una strada secondaria poco battuta, il traffico e’ scarsissimo. Mount Garnet, il piccolissimo paese dove abbiamo dormito, e’ l’ultimo centro abitato che incontreremo per i prossimi quattrocento chilometri. Il paesaggio e’ arido, macchia punteggiata da alberi rinsecchiti, termitai di terra rossa. E’ la siccita’. Sono tre anni che non piove, ci spiega un vecchio allevatore che andiamo a scovare nel suo ranch lungo la strada e il bestiame comincia a risentirne. La stagione delle piogge dovrebbe cominciare a novembre: speriamo per il nostro amico Don (e tutti gli altri) che quest’anno arrivi. Stasera si dorme in unaroadhouse, una sorta di locanda che combina pompa di benzina, ristorante e punto di sosta con qualche camera e piazzole per i camper. Tutto intorno il nulla. La dividiamo con camion giganteschi, tre-quattro rimorchi, bestioni a 18 ruote. E’ l’outback, baby!

Giorno 30: Cairns – Mount Garnet

Oggi comincia l’ultimo capitolo di Xtractor. Torniamo a fare rotta verso sud,  ma questa volta ci allontaniamo dalla costa per puntare verso l’interno. Lo sterminato outback, letteralmente “là dietro”, copre la maggior parte del territorio dell’Australia alle spalle delle montagne che orlano la costa est lungo 3.500 km e fanno da spartiacque tra le campagne verdi che abbiamo attraversato fino a qui e il deserto. Viaggiamo per qualche ora tra pascoli e mucche lungo una strada tutta curve che sale e scende tra boschi e colline e non c’entra proprio nulla con la foresta pluviale dell’altro ieri. Poi i prati cominciano a ingiallire, gli alberi si fanno meno folti e in un attimo il paesaggio cambia di nuovo. La terra adesso è rossa: benvenuti nell’outback. Per cena la solita bistecca, che non manca mai in questa nazione di allevatori, in un locale che dire di paese è poco. La birra scorre a fiumi tra bigliardo, clientela eccentrica con una spruzzata di volti aborigeni (finalmente) e jukebox a tutto volume.

Giorno 29: Great barrier reef

Oggi finalmente una giornata di vacanza e ci voleva proprio. Gli autisti si riposano, si fa il bucato, due passi in città, un pisolo in piscina. Relax. Qualcuno si spinge un po’ più lontano: la nostra troupe, beati loro, parte in crociera verso quella meraviglia della natura che è la Grande Barriera Corallina. È la nostra ultima occasione, domani lasciamo la costa per fare rotta verso ovest, in direzione del cuore rosso del continente. A fine giornata facciamo una puntata al supermercato per fare scorta di viveri.  Xtractor volta pagina: deserto, stiamo arrivando!

Giorno 28: Cape Tribulation – Cairns

Giornata non molto interessante, oggi. Facciamo colazione all’aperto, circondati dalla foresta pluviale, poi riprendiamo la strada (sempre bellissima) verso Cairns. È tornato il sole, ieri era nuvoloso, e comincia a fare caldo. C’è gente nelle spiaggette da cartolina e persino in mare, nonostante i cartelli minatori che avvertono del pericolo di incrociare meduse killer e coccodrilli di mare. Noi di coccodrilli non ne abbiamo avvistati e un po’ ci dispiace, perciò facciamo sosta in un parco dove ne hanno ben 2500 (li allevano anche, per fare borse e altri articoli del genere). Certo, a vederli avventarsi sul cibo con le mandibole che scattano come trappole d’acciaio non si ha più tanta voglia di incontrarli troppo da vicino…

Giorno 27: Cairns – Cape Tribulation

Cairns sarà anche il cuore turistico del Queensland settentrionale, ma è poco più che un insieme di alberghi non molto interessante. La usiamo come base di partenza per spingerci a nord fino a dove finisce l’asfalto e poi c’è solo giungla. Superato il Daintree a bordo di una chiatta, una strada bellissima tagliata nella foresta porta al microscopico centro di Cape Tribulation, così battezzato dall’esploratore Cook che rischiò di affondare proprio qua davanti nel 1770. Proseguiamo per qualche chilometro lungo il leggendario Bloomfield Track, una pista sterrata che segue sinuosa il profilo della costa, sospesa tra il verde della vegetazione e il blu del mare che ogni tanto si intravede tra le mangrovie. Peccato che sia un viavai continuo di grossi camion e cantieri stradali, peggio dell’autostrada del Sole una domenica di agosto… Che delusione. Ci ritiriamo in buon ordine e chiudiamo la giornata su una spiaggia di sabbia candida orlata dalla foresta che sembra pronta per Robinson Crosue. Gli stradini se ne sono andati, i cellulari non prendono, c’è anche la luna piena. Serata perfetta!

Giorno 26: Cardwell – Cairns

Verde, verde, verde. Oggi viaggiamo all’insegna del verde, il verde brillante dell’erba nuova che spicca sui toni scuri della foresta. Siamo riusciti a evadere dalla A1 per imboccare una stradina campestre che si fa strada tra le piantagioni di canna da zucchero e grandi macchie di bananeti su cui risaltano come fiori colorati tanti sacchetti di plastica, avvolti forse per protezione intorno ai caschi di banane. La pianura è tutta coltivata, ma sulle pendici che la circondano la natura è in agguato, pronta a riconquistare il suo territorio. Lo si vede benissimo a Paronella Park, la stravagante tenuta di un immigrato spagnolo degli anni trenta del novecento, abbandonata alla giungla e riscoperta quasi per caso una ventina d’anni fa. Pochi chilometri più avanti scoviamo un bar di paese che sembra uscito da un film, un po’ western, un po’ horror, un po’ retro. Uno spaccato di Australia rurale così affascinante che non vorremmo più andare via. Ci risveglia il fischio del trenino che trasporta la canna da zucchero tagliata: è ora di tornare alla civiltà. Peccato!

Giorno 25: Townsville – Cardwell

Oggi abbiamo raccolto soddisfazioni sufficienti per due giorni ed è una fortuna perchè oggi non c’è niente di particolare da segnalare eccetto il fatto che abbiamo passato il Tropico del Capricorno. Arriviamo a Rockhampton, la capitale australiana dell’allevamento di bestiame e di cowboy che oggi, domenica, sono in gita altrove: la città è deserta e anche l’arena famosa per i rodei è buia e silenziosa. Giornata poco interessante, ogni tanto succede.

Giorno 24: Bowen – Townsville

Ventiquattresimo giorno di viaggio, doppiata la boa dei 4.000 chilometri, ormai siamo più che a metà strada. A Melbourne, quando siamo partiti un po’ più di tre settimane fa, le temperature erano ancora invernali – abbiamo preso un sacco di freddo. Qui, superato il Tropico del Capricorno, si comincia a sentire il caldo e l’aria profuma di mari esotici. Ieri nel giardino del motel c’era uno stormo di pappagalli colorati. Da domani potremmo avvistare i primi coccodrilli: siamo arrivati a Townsville, la linea di demarcazione ideale oltre la quale sono di casa. Aggiungiamo un altro potenziale nemico mortale alla lista delle creature letali che popolano l’Australia, un continente dove c’è poco da stare tranquilli. Ne sanno qualcosa gli abitanti di Townsville, che in poco più di un secolo hanno visto passare almeno otto cicloni devastanti. Ma quando il tempo è bello come oggi la città è piacevolissima e noi ce la godiamo. Meglio cogliere l’attimo, perchè non sarà sempre così…

Giorno 23: Mackay – Bowen

Anche oggi appuntamento con la A1, in mancanza di itinerari alternativi, e anche questa è un’indicazione che ci stiamo gradualmente allontanando dalle aree più popolate. Attraversiamo una grande piana coltivata a canna da zucchero, manghi e ortaggi. Pare che la maggior parte delle primizie che si consumano in Australia venga da qui. Il traffico è di nuovo piuttosto intenso, soprattutto di enormi camion che viaggiano a velocità criminale senza guardare in faccia a nessuno e questo è un bel problema considerato che l’autostrada è una specie di statalaccia a due corsie con sorpasso alternato! Siamo costretti ad accostare continuamente per lasciarli passare: non vorremmo fare la fine dei poveri canguri che si vedono a dozzine, travolti e abbandonati sull’asfalto. Raggiungiamo Bowen nel primo pomeriggio giusto in tempo per andare a rilassarci un’ora in spiaggia. Calette fantastiche e deserte, mare tiepido e poi cena a base di pesce sul porto. Cosa si può chiedere di più? Il team di Xtractor oggi può dichiararsi soddisfatto.

Giorno 22: Clairview – Mackay

Le lande sperdute che abbiamo attraversato ieri ci hanno insegnato una lezione importante: quando si incontra un distributore si fa il pieno perchè il successivo potrebbe essere MOLTO lontano. Oggi siamo arrivati alla prima stazione di servizio per un pelo, ma è un rischio che nell’outback non potremo permetterci di correre. Prendiamo nota che risalendo verso nord attraverseremo regioni sempre meno abitate, soprattutto allontanandosi dalle località balneari della costa. La cittadina di Mackay non è una di quelle, però ci riserva almeno una bella sorpresa: una spiaggia meravigliosa a un passo dal centro. Possibile che la desolazione di ieri sia appena un centinaio di chilometri da qui?

Giorno 21: Rockhampton – Clairview

Improvvisamente oggi il paesaggio si è fatto arido, una distesa desolata punteggiata di alberi stenti sotto la cui ombra polverosa pascola bestiame magro, apatico, che volta a malapena la testa per guardarci passare. L’Australia cambia volto. Non c’è nulla nel raggio di decine di chilometri, persino la A1 sempre così trafficata è deserta o quasi. Ci fermiamo a pranzo in un paesetto che sembra uscito da un film western, un negozietto scalcinato tenuto da Sergio, figlio di oriundi italiani che parla solo inglese, una stazioncina in miniatura, quattro case. C’è aria di frontiera e di siccità. Ma alla sera siamo di nuovo al mare, cena sulla spiaggia. Anche oggi è andata bene.

Giorno 20: Agnes Water – Rockhampton

Oggi abbiamo raccolto soddisfazioni sufficienti per due giorni ed è una fortuna perchè oggi non c’è niente di particolare da segnalare eccetto il fatto che abbiamo passato il Tropico del Capricorno. Arriviamo a Rockhampton, la capitale australiana dell’allevamento di bestiame e di cowboy che oggi, domenica, sono in gita altrove: la città è deserta e anche l’arena famosa per i rodei è buia e silenziosa. Giornata poco interessante, ogni tanto succede.

Giorno 19: Bundaberg – Agnes Water

Oggi atmosfera quasi di vacanza, tappa breve ma intensa. Lasciamo la statale piena di traffico per imboccare una di quelle piste tra i campi che ci piacciono tanto e ci ritroviamo immersi in un mondo fantastico fatto di acqua, eucalipti e palmette che fanno subito pensare ai tropici. Diamo una mano a un ragazzo con l’auto guasta e lui non crede ai suoi occhi quando vede sfilare i nostri trattori giù per lo sterrato, in mezzo al niente. Nella sfortuna, è decisamente la sua giornata fortunata! Chiudiamo in bellezza su una spiaggia da cartolina, a guardare i surfisti giocare con le onde, al calar del sole. Una gran bella giornata.

Giorno 19: Bundaberg – Agnes Water

Il day 19 vede il tragitto da Bundaberg ad Agnes Water. Nel video il racconto del tragitto e il passaggio nella meravigliosa Reedy Creek Reserve, una riserva naturale di 452 ettari nella costa sud-est dello stato del Queensland.

Giorno 17: Fraser Island

La nostra spedizione oggi ci porta sulla mitica Fraser Island, nel Great Sandy National Park, dal 1992 patrimonio dell’umanità UNESCO. L’isola di Fraser, in lingua aborigena K’gari (paradiso), è la più grande isola di sabbia al mondo, con una superficie di 1840 km². È possibile accedere all’isola solo con mezzi 4×4, infatti gli spostamenti sono effettuati unicamente su spiaggia e piste di sabbia. Terreno perfetto per i nostri 4 McCormick. Fraiser Island è rinomata per la sua natura incontaminata tra cui gli incantevoli laghi di acqua dolce presenti al suo interno e le moltissime specie di animali e uccelli selvatici. Un vero paradiso incontaminato abitato in passato solo da aborigeni e naufraghi.

Giorno 16: 3.000 Km

Traguardo 3.000 km superato!
Nella tappa di oggi, da Brisbane a Tin Can Bay, il team a bordo dei nostri 4 trattori McCORMICK entra nel 16esimo giorno di spedizione raggiungendo e superando un terzo del tragitto totale. Arrivo a Tin Can Bay, cittadina balneare che sorge in una riparata e profonda insenatura della Baia Larga – Burnett, famosa per la pesca di gamberi e frutti di mare e per splendidi delfini selvatici che la popolano la baia.

Giorno 13: Port Macquaire – Arrawarra

Il racconto video del tragitto compiuto dal Team Xtractor da Port Macquaire fino ad Arrawarra, città principali dello del Nuovo Galles del Sud, per un totale di 240km. Dallo stato di Victoria, stato in cui la spedizione è partita, ci si muove lungo la costa verso nord per raggiungere il Queensland.

Giorno 12: Bush

Ecco a voi le emozionanti immagini del Day 12 della spedizione: il nostro Team nel tragitto tra Heatherbrae a Port Macquaire, tappa di 212 km, attraversano il Bush, caratteristico paesaggio australiano immerso nei boschi, passaggio impervio per i nostri 4 trattori McCormick che alla fine riescono a superare ciascun ostacolo.

Giorno 9: Blue Mountains – Sydney

L’inizio della seconda settimana di spedizione porta il Team Xtractor dalle Blue Mountains, affascinanti e imprevedibili, fino a Sydney.

Xtractor – Sequenze video prima settimana

Ecco a voi alcuni spezzoni tratti dai tragitti della prima settimana di spedizione: in ordine Camper Down, Bendingo, Finley, Wagga Wagga, Cowra, fino ad arrivare a Katoomba, famosa in Australia per la spettacolare vista sulle montagne circostanti, le Blue Mountains.

Giorno 2: Apollo Bay – Camperdown

190 km di strada lungo la Great Ocean Road, da Apollo Bay alla volta di Camperdown. Nel tratto più impervio la magnifica ricompensa offerta al team dallo spettacolo naturale dei 12 Apostoli: torri calcaree e pinnacoli che da millenni arbitrano la sfida tra mare e terra. Guarda le spettacolari riprese aeree!

Xtractor teaser

Il raid a bordo di 4 trattori McCormick per oltre 8500 Km di Australia è partito da pochissimi giorni ma già ci regala splendide immagini dell’Australia. Scopri come l’eccellenza tecnologica si traduca in rispetto per l’ambiente e per le risorse naturali, grazie all’esperienza di McCormick. Questo video ci racconta questi aspetti e le fasi preparative della spedizione che è partita martedì 1 settembre da Dandenong alla volta di Apollo Bay, tragitto per un totale di 227 km in 7,6 ore.

McCormick presenta Xtractor Around the World

McCormick avvicina il mondo dell’agricoltura al grande pubblico televisivo.
Vivi le emozioni di una spedizione unica. Un team di 10 persone a bordo di 4 trattori ai confini del mondo. Un autentico raid attraverso l’Australia che ti coinvolgerà mostrandoti come l’eccellenza tecnologica si traduca in rispetto per l’ambiente e per le risorse naturali, grazie all’esperienza di McCormick nel Programma Comunitario LIFE+.