Verde, verde, verde. Oggi viaggiamo all’insegna del verde, il verde brillante dell’erba nuova che spicca sui toni scuri della foresta. Siamo riusciti a evadere dalla A1 per imboccare una stradina campestre che si fa strada tra le piantagioni di canna da zucchero e grandi macchie di bananeti su cui risaltano come fiori colorati tanti sacchetti di plastica, avvolti forse per protezione intorno ai caschi di banane. La pianura è tutta coltivata, ma sulle pendici che la circondano la natura è in agguato, pronta a riconquistare il suo territorio. Lo si vede benissimo a Paronella Park, la stravagante tenuta di un immigrato spagnolo degli anni trenta del novecento, abbandonata alla giungla e riscoperta quasi per caso una ventina d’anni fa. Pochi chilometri più avanti scoviamo un bar di paese che sembra uscito da un film, un po’ western, un po’ horror, un po’ retro. Uno spaccato di Australia rurale così affascinante che non vorremmo più andare via. Ci risveglia il fischio del trenino che trasporta la canna da zucchero tagliata: è ora di tornare alla civiltà. Peccato!